Qualora riscontri problemi di bassa pressione idrica all’interno del condominio, voglio rassicurarti che non sei l’unico ad affrontare questa situazione. Questo problema è particolarmente comune negli appartamenti situati ai piani alti. Fortunatamente, l’installazione di un’autoclave condominiale può offrire una soluzione altamente efficace.
La potenza dell’autoclave condominiale
Un’autoclave condominiale è un impianto progettato appositamente per aumentare la pressione dell’acqua potabile. Ciò consente di migliorare il flusso dell’acqua e garantire che raggiunga facilmente tutte le unità abitative del condominio, indipendentemente dall’altezza del piano.
Professionisti esperti per un’installazione senza problemi
Prima di procedere con l’installazione dell’autoclave, è fondamentale consultare professionisti qualificati nel settore, come idraulici o ingegneri specializzati. Questi esperti saranno in grado di valutare la fattibilità dell’impianto e la sua compatibilità con l’impianto idrico esistente nel condominio.
Divisione delle spese: una questione cruciale
La questione della divisione delle spese per l’installazione dell’autoclave condominiale richiede un’attenzione particolare. Esistono due scenari distinti da considerare.
Nel primo caso, se l’autoclave è considerata indispensabile per risolvere il problema della bassa pressione, tutti i condomini sono tenuti a partecipare alla copertura delle spese. La ripartizione avverrà in base ai valori millesimali delle singole unità immobiliari, indipendentemente dall’altezza dei piani o dal vantaggio individuale ottenuto dall’installazione dell’autoclave. L’unica eccezione riguarda le unità immobiliari non servite direttamente dall’impianto, le quali possono essere esentate dal contributo finanziario.
Nel secondo scenario, se l’autoclave rappresenta un miglioramento del flusso d’acqua, ma non è strettamente necessaria perché l’impianto idrico esistente già garantisce un adeguato approvvigionamento ai piani alti dell’edificio, i condomini possono deliberare di non partecipare alle spese dell’installazione.
Ripartizione delle spese relative al consumo
Oltre alle spese di installazione, è importante considerare anche quelle relative al consumo dell’autoclave. In questo caso, la ripartizione segue il principio adottato per le spese condominiali come le scale o l’ascensore, come stabilito nell’articolo 1124 del codice civile. Le spese vengono suddivise proporzionalmente all’utilizzo che ciascun condomino fa dell’impianto, tenendo conto dell’energia necessaria per sollevare l’acqua ai diversi piani. La ripartizione si baserà sui valori millesimali delle unità immobiliari, ma terrà ancheconto dell’altezza di ciascun piano dal suolo. Pertanto, i condomini che abitano ai piani superiori contribuiranno con una quota maggiore rispetto a quelli ai piani inferiori.
Consulenza specializzata e informazioni dettagliate
Per ottenere informazioni dettagliate sulle procedure di installazione dell’autoclave e sulla corretta suddivisione delle spese, è consigliabile consultare un consulente legale specializzato in diritto condominiale o fare riferimento all’amministratore condominiale. Questi professionisti saranno in grado di fornire una consulenza professionale e personalizzata, garantendo una gestione adeguata del processo.
Investire nell’installazione di un’autoclave condominiale è un passo importante per migliorare la qualità della vita all’interno del tuo condominio. Risolvere il problema della bassa pressione idrica garantirà un flusso costante e adeguato di acqua potabile in tutte le unità abitative. Affidati a professionisti qualificati e segui le procedure corrette per un risultato ottimale e una gestione finanziaria trasparente.
Contatori acqua la normativa
È doveroso ricordare che, il D.P.C.M. del 4 marzo 1996 (disposizioni in materia di risorse idriche-ecologia), imponeva l’obbligo d’installazione dei contatori idonei alla ripartizione del consumo dell’acqua ad ogni singola unità abitativa. Successivamente il D.L. 152 del 3 aprile 2006, ne estendeva l’obbligo anche ad attività produttive e terziarie. Più recentemente con la sentenza n. 4275 del 3 maggio 2019, il tribunale di Milano, indica che per l’installazione dei contatori di sottrazione acqua individuali, non è necessaria l’autorizzazione assembleare.
Ogni condomino può pertanto, imporre o far imporre, a tutti i residenti dello stabile, l’installazione e l’utilizzo di appositi contatori di sottrazione. In prima battuta si può procedere in modo pacifico o passando per un assemblea, successivamente, in caso non si riesca, ci si può rivolgere al giudice di pace, che ne obbligherebbe l’installazione.
In presenza di tali contatori di sottrazione, l’amministratore di condominio, è obbligato a suddividere e ripartire l’importo della bolletta acqua sulla base dei consumi individuali.
Contatori acqua e amministratore
In presenza di contatori di sottrazione, la ripartizione acqua dell’importo della bolletta è ripartita sulla base dei consumi individuali. È quindi cura dell’amministratore di condominio, procedere alla verifica dei consumi, oltre che, calcolare, ripartire le spese ed effettuare il pagamento all’ente erogatore del servizio.
Contatori acqua e condomini
Quando i contatori di sottrazione, sono installati all’interno delle unità immobiliari, i condomini, devono permettere l’accesso all’amministratore o ad un suo eventuale collaboratore, in modo tale che si possa verificare la non manomissione del contatore e la corretta lettura dello stesso.
Quando invece, i contatori di sottrazione, sono installati all’esterno dell’appartamento, è chiaro che l’amministratore potrà procedere autonomamente per eseguirne verifica e lettura.
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